Cominciare a scrivere - Il racconto – 1 -

Partiamo intanto dalla differenza tra romanzo e racconto:

  • il romanzo può essere visto come un viaggio, un'intera vacanza in un paese esotico, con escursioni, disavventure, amici, nemici, persone conosciute durante il tragitto, luoghi visitati, locali ecc. Ha un respiro più ampio e i personaggi sono ben caratterizzati.

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  • Il racconto può essere visto come un episodio della vacanza, ad esempio un litigio nella camera d'albergo, il racconto di un pomeriggio passato nella piscina del resort, o ancora la cena di compleanno di un amico. È un piccolo fotogramma di tutto il viggio e la brevità del testo non permette una grande caratterizzazione di personaggi che sono riconoscibili grazie a una qualità o un difetto accentuato (ad esempio balbuzie, miopia, taccagneria ecc).

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Prima di partire in quarta, dobbiamo focalizzarci su quello che vogliamo trasmettere, cosa vogliamo far capire a un'altra persona che si troverà a leggere il testo e mantenerci su quella linea.

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Può essere scritto in prima o in terza persona.

Può avere uno svolgimento cronologico oppure presentare dei flashback o dei flashforward.

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Ci deve essere un protagonista, la trama e un'azione che il protagonista deve compiere.

Deve essere presente anche un antagonista, non è necessario che sia un'altra persona, può anche essere un evento, un ostacolo ad esempio che impedisce al protagonista di raggiungere il suo obiettivo e porta al culmine la tensione narrativa.

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Il finale può essere chiuso oppure aperto e deve riallacciarsi il qualche modo all'inizio del racconto.

In genere i racconti hanno una durata breve che può andare da 1500 ai 4000 caratteri anche se ne esistono di più lunghi.

Esempio di racconto

La bambina e il gattino   bimbajpg

Il Parco Natura è un’oasi in cui adulti e bambini possono rilassarsi. Sorge vicino al fiume che attraversa la Città ed è disseminato di alberi, aiuole, giochi e panchine; insomma, tutto l’occorrente per la gioia di grandi e piccini.
Una bimba corre sul prato verde smeraldino, le trecce rosse che luccicano, illuminate dai raggi del sole splendente.
Libera e felice, rincorre una palla dalle strisce multicolori. La insegue lungo il lieve pendio erboso, finché un piccolo masso non ne arresta il cammino.
La bimba ride, è contenta di essere riuscita a raggiungerla, con le mani grassottelle l’agguanta e fa per lanciarla ancora per aria, quando un verso inaspettato ne attira l’attenzione. Il giocattolo non le interessa più, lo lascia andare per terra e s’inginocchia per vedere meglio.
«Miao!»
Un gattino tigrato, nascosto dietro il sasso, miagola e soffia minaccioso.
Lei si sporge per acciuffarlo ma lui si sposta più in là, inarca la schiena e ringhia, o almeno prova a fare l’adulto, alza la zampetta e sfodera i minuscoli artigli.
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Poi perde l’equilibrio e ruzzola di lato.
«Preso! L’ho preso!»
Tutta contenta la bimba corre dalla mamma con il micio tra le braccia.
«Giulia, riportalo subito dove l’hai trovato!» la rimprovera accigliata. «Mamma Gatta lo starà cercando.»
«Era solo e spaventato. Di sicuro se ne sarà scordata! Ora è mio e a lui ci penserò io!» s’impunta la piccola imbronciata, il mento alzato per aria con ostinazione.
«Una mamma non si scorda mai dei suoi cuccioli» cerca di farla ragionare la madre, costretta a salutare le amiche e a riporre il cellulare.
«No! È mio!» ribatte caparbia Giulia.
«Saresti contenta se mentre giochi, un estraneo ti portasse via con questa scusa?»
«No» borbotta incerta, con il piedino che cincischia per terra «Sei tu la mia mamma.»
La madre sospira, si alza dalla panchina, rassegnata a interrompere la pausa.
«Su, fammi vedere dove l’hai trovato.»
Svogliata, la bimba l’accompagna al masso, dove intanto è giunta Mamma Gatta, preoccupata.
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Soffia, ringhia, e pare davvero minacciosa. La bimbetta ha paura, e si strige di più al petto il micetto, che adesso si sgola disperato.
Con gesto gentile, sua madre le toglie il batuffolo peloso dalle mani e lo posa per terra.
La gatta si avvicina, annusa, lecca e rassicura il piccolo, poi entrambi se ne vanno senza voltarsi indietro.
La palla colorata era rimasta abbandonata lì per terra, la bimba la vede e sorride. L’agguanta e torna a lanciarla per aria, rimbalza qualche volta a contatto con il prato, poi rotola lungo il breve pendio erboso, e lei la rincorre felice, già dimentica di quanto accaduto.

Sul racconto per ora mi fermo qui, ci rivediamo lunedì.

Buon weekend.


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